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La verità nascosta dietro ad una guerra

Paffumi Annalisa


“L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE

Il desiderio di pace è radicato nel modo più assoluto sia nel DNA dello stato, che nel DNA di ognuno di noi.

Non abbiamo mai visto da così vicino una guerra vera e crudele come questa.

Siamo spaventati e angosciati, ma ora più che mai sappiamo perfettamente cosa non dobbiamo fare, cosa oggi nessuno dovrebbe più fare: creare il silenzio.

Abbiamo creato il silenzio per tutta la storia dell’uomo, non abbiamo mai smesso.

Forse l’apice lo abbiamo sentito il 6 e il 9 agosto 1945.

I nostri genitori hanno attraversato la paura di quello stesso silenzio fino alla caduta del muro.


Ed eccoci, lo abbiamo riforgiato a casa nostra: il vecchio continente ha una nuova guerra.

Lo sappiamo che nessuno farà mai abbastanza rumore per coprire tutto questo silenzio, ma forse sarà abbastanza per fermare chi lo crea, chi lo forgia usando armi e eserciti.

In merito a questo spiacevole argomento, nella giornata del 7 marzo il nostro istituto ha organizzato un’iniziativa per la pace riguardo a quello che sta succedendo al giorno d’oggi.

Molti studenti del nostro istituto infatti si sono espressi in merito a questa tematica leggendo delle citazioni inerenti all’attualità:

La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà

[Papa Giovanni Paolo II]

Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio la guerra” [Gianni Rodari]

Non chiedere chi ha vinto: non ha vinto nessuno. Non chiedere chi ha perso: non ha perso nessuno. Non chiedere a cosa è servito: non ha servito a nulla. Fuorché ad eliminare cinquemila creature fra i diciotto e i trent’anni.” [Oriana Fallaci]

Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.” [Pablo Neruda].


Negli scorsi giorni e nelle scorse settimane abbiamo festeggiato e continueremo a farlo per il ritorno alla normalità che ci mancava, dopo due anni di pandemia e dopo tutto il dolore e la sofferenza che ha comportato.


Purtroppo però, questa normalità non è per tutti: non lo è sicuramente per i milioni di profughi civili costretti a fuggire dall’Ucraina, prendendo le poche cose che riescono, con i resti di una vita che non sarà mai più la stessa, abbandonando la loro terra con il dubbio di poterla rivedere.

La normalità non è sicuramente per i cittadini costretti a rispondere all’appello alle armi, salutando la propria famiglia con il dubbio soffocante di potersi ricongiungere, mentre combattono una guerra ingiustificata per difendere la propria nazione.


È davvero normale tutto questo? È normale che migliaia di soldati e altrettanti civili privi di colpe, debbano perdere la vita gratuitamente?

Di fronte a una cosa del genere non può esistere una parte giusta, non ci possono essere vincitori. La guerra è la più grande sconfitta per una società che si definisce evoluta, da qualunque lato le persone fuggano, verso l’occidente o la Russia, sono pedine in mano a potenze senza scrupoli. L’unica parte giusta sono loro, l’unica certezza di questa guerra sono le centinaia di migliaia di vittime e tutti coloro che stanno vedendo la loro vita andare in frantumi, per cause che non li riguardano minimamente.


Se da una parte c’è guerra e sofferenza, dall’altra c’è un mondo, un popolo che reagisce e che non si arrende a tutto questo.

La guerra non è mai stata una soluzione, non è mai stata giustificata, sono frasi già sentite milioni di volte ma a quanto pare non basta e non basterà mai ripeterle.

La pace invece non è una conquista scontata come dovrebbe essere.


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