DISTRUZIONE O LIBERTA': GLI ATTIVISTI CONTRO
L' ARTE
Un militante è colui che partecipa attivamente alla vita di un'organizzazione o di un movimento, svolgendo un'azione di lotta e di propaganda, per sostenere ciò in cui crede. Negli ultimi mesi i giovani militanti di movimenti ambientalisti come Just Stop Oil stanno cercando di attirare l’attenzione sul tema del cambiamento climatico. Questi attivisti girano imbrattando tele e giustificando le proprie azioni con affermazioni del tipo: “L’arte vale più della vita? Più del cibo? Più della giustizia?”. Di sicuro i motivi delle loro lotte sono chiari e anche giusti, in quanto questi desiderano un cambiamento ed un’azione su quello che è il fronte di minaccia maggiore per l’uomo in questo momento: il cambiamento climatico. Ciò che si può discutere non è l’ideale, bensì il modo in cui questi giovani tentano di sensibilizzare riguardo un tema tanto importante. Le loro richieste infatti sono più che lecite: vogliono lo stop all’uso di combustibili fossili, quali gas e carbone, e più in generale una maggiore attenzione verso le politiche ambientali. Tuttavia non c’è dubbio che imbrattare patrimoni e sedersi nel mezzo della strada sia un modo sbagliato per trattare argomenti importanti. Opere di qualsiasi epoca e stile sono state infatti prese di mira da questi attivisti. Un importante esempio è il caso del Seminatore al tramonto di Van Gogh, in esposizione a Palazzo Bonaparte a Roma. Qui quattro ragazze vi hanno gettato sopra zuppa di piselli. Per fortuna l’opera era coperta da un vetro di protezione e non è stata danneggiata, ma questa azione ci fa pensare, vale la pena rischiare un tale patrimonio al fine di sensibilizzare le persone? La risposta è no, anche se non tutti la pensano così e vedono nell’attacco alle opere l’unica soluzione per coinvolgere più persone nelle lotte per l’ambiente. Un altro esempio di attacco ad un’opera è quello di due attivisti di Futuro Vegetal, che il 6 novembre al museo del Prado si sono incollati le mani alle cornici di due quadri di Francisco de Goya al fine richiamare l'attenzione sul problema della crisi climatica. I dipinti de 'las Majas' di Goya non hanno subito danni, mentre le cornici ne hanno presentati dei lievi. Il ministro della Cultura spagnolo, Miquel Iceta, ha condannato l'accaduto, definendolo un 'atto vandalico'. Tuttavia non è solo l’arte ad essere colpita. Questi attivisti si affollano su strade e tangenziali bloccando il traffico fra lo sgomento dei guidatori. Nelle scorse settimane alcune organizzazioni ambientaliste come Ultima Generazione e Just Stop Oil hanno infatti iniziato non più a danneggiare solamente opere, ma anche a bloccare la viabilità. Vi sarà senz’altro chi afferma che questi giovani se non altro lottano per ciò in cui credono, che portano finalmente l’attenzione su temi tanto importanti, ed è senz’altro vero che combattere per ideali giusti è inconfutabilmente corretto, ma vi sono modi e modi per farlo. Se ci si esprime nella maniera sbagliata non si ottengono cambiamenti, ma si perde solo credibilità. L’attivismo che viene condotto danneggiando patrimoni deve perciò essere condannato. Tutti hanno la libertà di esprimere il proprio pensiero e di tentare di farlo arrivare agli altri, tuttavia non è danneggiando dipinti e bloccando le strade che questo si ottiene. Soprattutto perché queste azioni non portano ad un cambiamento effettivo, ma solo ad impedimenti e danneggiamenti per gli altri; bloccare le strade non migliorerà il clima, ma porterà grandi disagi a centinaia di persone, portando anche dei rischi veri e propri per coloro che si trovano in situazioni di emergenza e non riescono a giungere a destinazione. Finora per fortuna non vi sono stati gravi ripercussioni a queste azioni, né sulla strada, né nei musei, e non vi sono stati danni permanenti alle opere d'arte. Il rischio però esiste e gli effetti potrebbero essere irreparabili. Si trovano in accordo su ciò anche i direttori di musei di tutto il mondo. Nella loro opinione devono restare aperti e le opere devono essere a disposizione di tutti, ma hanno anche la priorità di preservarle e con continui attacchi questo potrebbe non essere più possibile. La cultura è il pilastro fondante che definisce chi siamo e perciò va protetta e non utilizzata come mezzo per dare voce ad altre proteste.
Rachele Casellato
ATTIVISTI PER L'AMBIENTE
Il primo caso di vandalismo sui quadri risale al 1956 quando una donna lanciò dell’acido sul quadro, evitando per pochissimo una tragedia irreversibile; la colpevole fu dichiarata incapace di intendere e di volere, il quadro venne protetto per la prima volta con una lastra di vetro.
Ai tempi d'oggi invece si stanno verificando sempre più casi di ragazzi giovani, di alcune compagnie come Just Stop Oil (i quali lavorano insieme per garantire che il governo si impegni di porre fine alle licenze e i consensi per l'esplorazione) e Ultima Generazione ( che cercano di convincere il governo a migliorare le condizioni per il clima), ma anche di molte altre o sostenitori dell'ambiente.
I casi più recenti si registrano al Palazzo Madama, a Roma, i ragazzi di Ultima Generazione hanno imbrattato con della vernice le porte della struttura con della vernice lavabile, ma anche a Madrid c’è stata nuova azione degli ambientalisti: due attiviste si incollano le mani sui due famosi dipinti “La Maja desnuda” e” La Maja vestida”.
Gli ambientalisti, hanno come obiettivo sempre lo stesso: puntare i riflettori sul cambiamento climatico e sulla produzione di combustibili fossili.
Per fare sentire la loro voce e le loro proteste, fanno determinate cose in modo tale da essere presi in considerazione e il che effettivamente sta funzionando.
Ma la domanda che molti si pongono è : PERCHE’ DOVER PROTESTARE IN QUESTO MODO?
Per prima cosa possiamo dire che, come avvenne in passato i protestanti possono adottare altri modi di protesta, che non vadano a rovinare opere di secoli fa, che hanno richiesti anni di lavoro; ad esempio come fecero i protestanti per George Floyd scendere in strada con molte persone che hanno un pensiero comune oppure possono fare come fece ai tempi l’emergente attivista Greta Thunberg che su un marciapiede davanti al parlamento di Stoccolma si siede per la prima volta, con un cartello con la scritta “Sciopero scolastico per il clima”, come sappiamo da dopo quel momento spopolò su tutti i social acquisendo potere e divulgando la sua ragione di protesta ovunque.
In secondo luogo potrebbe sorgerci una domanda spontanea:”Se un giorno capitasse che un quadro non sia protetto da una lastra, oppure venga imbrattata una vecchia scultura cosa succederebbe?”
Sono opere per le quali l’ingegno umano impiegò anni e anni per svilupparle; questi attivisti non si rendono conto che da un giorno all’altro potrebbe avvenire una disgrazia e magari ci potrebbero essere danni irreversibili.
Quindi molte persone le ritengono proteste inutili anche per questo motivo, perché si possono rovinare opere di bellezza innata.
Ma pensandoci bene loro protestano per delle giuste cause, dei giusti valori, per un mondo e un futuro migliore; per sensibilizzare il cambiamento del clima mondiale, per far si che si smettano di disboscare chilometri e chilometri di boschi, per evitare l’uso dei combustibili fossili. Sono proteste che possono cambiare e rendere migliore il nostro modo di vivere, siamo tutti uguali e tutti speriamo in un mondo migliore, ma come suol dire è l’unione che fa la forza, siamo noi responsabili del nostro futuro.
Sono però delle proteste che trovano come bersagli i quadri famosi di vari artisti, come se loro possano essere colpevoli dei cambiamenti climatici e tutto il resto.
Perchè doversela prendere con i quadri ? Ci sono molti altri modi per farsi sentire, per fare cambiare la società.
In conclusione dico che rispetto pienamente e condivido le loro opinioni, perché sono delle proteste che possono aiutare l’umanità, per avere un futuro e un mondo migliore. Nonostante questo però, dico che prendersela con delle opere nate dall’ingegno e l’abilità umana non ha senso, esistono mille altri modi per fari ascoltare e cambiare qualcosa.
Alessandro Mari
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