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UNICEF racconta: le donne dicono basta

Aggiornamento: 14 feb 2023

Nella mattinata di lunedì 12 dicembre si è tenuto l'incontro per il progetto UNICEF scuola amica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti, per le classi terze dei licei Laurana e Baldi. Gli alunni hanno partecipato alla riunione accompagnati dai docenti e hanno ascoltato gli interventi dei due volontari e membri della polizia di stato, Angela De Riso ed Enrico Fossa, che hanno condiviso la proposta educativa “apprendere in contesti inclusivi e sicuri”, finalizzata alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. Questo progetto si poneva infatti il fine di sensibilizzare i ragazzi ad un uso più conscio di internet e ad un aumento della consapevolezza riguardo ciò che è la violenza, sia fisica che psicologica, e a quando si manifesta. Il primo volontario, raccontando storie provenienti dalla sua esperienza lavorativa personale, ha sottolineato i pericoli di intraprendere relazioni tramite internet senza prima verificare l’identità dell’interlocutore. Successivamente ha spiegato l’effetto che il bullismo e che i conflitti, anche se solo in ambito scolastico, possono avere sulla vita di un individuo.

Dopo una breve pausa è intervenuta invece la seconda volontaria, che ha trattato il tema principale dell’incontro, la violenza di genere, sia in ambito fisico che psicologico. Angela De Riso ha infatti mostrato alle classi tre video che trattavano l’argomento della violenza sulle donne, che nei vari filmati reagivano in modi differenti a questi abusi.

Il primo cortometraggio riguardava una ragazza che subiva violenza psicologica da parte del fidanzato; le era vietato uscire con le amiche, vestirsi con gonne o vestitini, andare a feste o eventi non accompagnata. Tuttavia lei non dava mai importanza alle limitazioni che subiva, finchè questi maltrattamenti non si sono tramutati in abusi fisici e solo allora la giovane ha avuto il coraggio di denunciarli, allontanandosi dal ragazzo, che invano aveva tentato, con false promesse, di riconquistarla. Purtroppo non tutte le vittime riescono ad accorgersi di queste violenze in tempo e spesso quelle che sono inizialmente solo psicologiche si tramutano in fisiche, culminando troppo spesso in femminicidio.

Il secondo video mostrava un monologo che se letto dall'alto verso il basso evidenziava come secondo i luoghi comuni la violenza e la gelosia, se seguito dell’amore, non sono dei veri e propri abusi. Se letto partendo dal fondo invece evidenziava la gravità delle azioni prima trattate, affermando che qualsiasi tipo di maltrattamento deve essere denunciato e non giustificato.

Infine il terzo filmato faceva emergere l’importanza e la differenza che può fare parlare di queste crudeltà con un’autorità o una persona fidata. In conclusione, dopo aver risposto a qualche domanda da parte degli alunni, i volontari hanno ribadito il diritto e quasi il dovere di denunciare qualsiasi tipo di abuso, perché, anche se psicologici, questi sono sempre violenze a cui nessuno dovrebbe essere soggetto.



Matilde Fulvi




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