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Immagine del redattoreLa Redazione

Quando i rifiuti diventano arte

Aggiornamento: 24 mag 2022

“Certamente chi raccoglie i rifiuti è accolto come un angelo, ed il suo compito di rimuovere ciò che è rimasto dell’esistenza di ieri impone un silenzioso rispetto, come un rito devozionale, o semplicemente perché una volta gettato via, a nessuno importa pensarci più” (Italo Calvino – Le città invisibili)

Per poter comprendere al meglio l’importanza di ridare vita ad un oggetto e in primis renderci consapevoli della cura con cui dovremmo farli smaltire , per evitare l’inquinamento terrestre , ci rifacciamo ad una nota affermazione di Itala Calvino, in quanto la riteniamo profondamente calzante per l’argomento trattato.

L’azione del “riciclare”, al giorno d’oggi, è dettata da un nostro senso civico con il quale ci confrontiamo e conviviamo quotidianamente: affinché il nostro pianeta non diventi una enorme discarica, ricicliamo la plastica, la carta o il vetro.

Infatti possiamo trasformare un bel vestito vintage, o un vecchio mobile dismesso che, risistemato e ripulito, si può considerare un bell’arredo di design. Anche nel lavoro esiste un riciclo, per esempio quando ci si reinventa tracciando la strada per una nuova professione.

E … nella storia dell’arte, quando è iniziato il riciclo?

Nell’arte la prima innovazione che fece comparire materiali nuovi o non utilizzati è la tecnica del collage, termine che indica una composizione di frammenti di carta uniti ad altri materiali disposti su un supporto. Pablo Picasso e Georges Braque, per primi, utilizzarono il collage per distaccarsi da quella che era la tipica modalità della pittura e della scultura. Sulla tela compaiono materiali di varia natura quali carta da parati, a imitazione di marmo o legno, carta di spartiti, carte da gioco, etichette, che vengono uniti tra loro e sulla tela, donando volume e movimento alla tela stessa. Da quel momento in poi fare arte, dunque, non significa più solo saper usare le tecniche, ma anche scegliere di usare dei materiali che rappresentano per se stessi un significato, conferendo importanza e contenuto a materiali poveri o addirittura di scarto.













Pablo Picasso, Mandolino e clarinetto, 1913 Museo Nazionale Picasso, Parigi
















Pablo Picasso, Toro, c. 1958 Museum of Modern Art, New York

Il movimento dada a portare a estreme conseguenze la critica al sistema tradizionale dell’arte. Spalancò le porte al rifiuto e in quest’ ultimo riconobbe una grande opportunità per comunicare nuovi messaggi. Di questa cultura sono il risultato le note opere Ruota di bicicletta (1913) o Fontana (1917) entrambe di Marcel Duchamp. Con Ruota di bicicletta, opera costituita, per l’appunto, da una ruota di bicicletta assemblata sopra uno sgabello, l’oggetto diventa qualcosa di diverso rispetto alla sua natura e quindi riveste importanza assumendo totalmente una diversa funzione: sullo sgabello non ci si può sedere, così come la ruota non si può muovere.





M. Duchamp, Ruota di Bicicletta, ruota in metallo, legno, vernice.






Risalendo nel tempo, all’inizio degli anni Cinquanta si verifica l’espansione del movimento informale. Caratteristiche importanti di questa corrente sono la decisione di abbandonare la forma e l’importanza del gesto e l’introduzione della materia nelle opere di alcuni artisti attraverso il collage. Alberto Burri (1915-1995), la cui arte costituì uno degli esempi più significativi di Informale del secondo dopoguerra, è stato tra gli artisti materici più importanti al mondo. Un’arte, quella di Burri, che rinunciò alla tradizionale nozione di “bella pittura”, abbandonò l’antico strumento del colore ad olio, adottando materie povere rivestendole di valenze esistenziali.












Alberto Burri, Rosso Plastica, 1963 © Fondazione Burri

















Alberto Burri, Sacco rosso , 1954, colori acrilici e iuta su tela. Londra, Tate Modern


L'arte povera è un movimento artistico sorto in Italia nella seconda metà degli anni Sessanta del Novecento. Il movimento nasce con funzione polemica nei confronti dell'arte tradizionale; della quale rifiuta tecniche e supporti per fare ricorso, appunto, a materiali "poveri" come terra, legno, ferro, stracci, plastica, scarti industriali. L’ intento era quello di evocare le strutture originarie del linguaggio della società contemporanea dopo averne corroso abitudini e conformismi semantici. Un'altra caratteristica del lavoro degli artisti del movimento è il ricorso alla forma dell'installazione, come luogo della relazione tra opera e ambiente, e a quella dell' "azione" performativa.


















Marisa Merz, Untitled, 1966

















Igloo con Albero 1968 – 1969 – Mario Merz














Uno degli artisti più rappresentativi della corrente dell’arte povera è Michelangelo Pistoletto. Nell’opera Venere degli stracci (1967) utilizza degli stracci usati in opposizione alla perfezione del corpo bianco di una statua classica, la Venere di Cnido, una icona della classicità immutabile nel tempo, che qui è in presenza di una multiforme e variopinta montagna di vestiti consumati che possono essere disposti ogni volta in un modo differente, indici di cambiamento, rinnovamento, modernità. L’opera sottolinea anche il tema dell’usa e getta; uno degli aspetti caratteristici della società consumistica.


Dopo aver affrontato il riciclo nell’arte iniziato con uno sguardo verso le Avanguardie del novecento, la classe 1B del Liceo Scientifico Laurana si è cimentata nella produzione di opere con materiali poveri e di riciclo che hanno recuperato a casa. A ciascun alunno è stato fornito un supporto cartaceo, di cm 15x15. Ognuno ha potuto utilizzare materiali di propria scelta recuperato nelle proprie case. Ispirandosi ai maestri delle Avanguardie storiche, gli studenti hanno realizzato la loro opera.

Alcuni di questi si sono lasciati guidare dal solo senso estetico, altri invece hanno voluto connotare l’opera con tematiche ambientali, o con quelle legate al consumo dell’energia o quelle dei rifiuti che ogni giorno si producono in casa.

Il risultato finale? Un enorme collage composto da 27 tasselli, quanti sono gli alunni della classe 1B.

A titolo di esempio ecco alcuni singoli lavori, poi il collage finale.












Gustami e Riciclami, il pianeta in una bottiglia













Gustami e Riciclami, il pianeta in una bottiglia
















Petali con cucchiaini di plastica















Rose di plastica
















Riciclami






















Green Energy




Percorso di Educazione Civica, classe 1B Liceo Scientifico Laurana

Corso di Disegno e Storia dell’Arte, prof. Gabriele Gelardi

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