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Lettera di Mario

Care ragazze e ragazzi


Siamo giunti alla fine di questo anno scolastico; anno che ho avuto il piacere e l'impegno di trascorrere con voi. È stato per me un anno fatto di tante prime volte: la prima volta nella stessa scuola dall’inizio alla fine ; la prima volta in un Liceo; la prima volta in un istituto sia maschile che femminile. Non vi nascondo che è stato anche un anno fatto di tanti sacrifici: il lavoro mi ha portato a vivere lontano da casa ( sono molisano) e affrontare la solitudine in un periodo della mia vita in cui ero particolarmente fragile avendo perso circa un anno fa mio padre in modo improvviso e inaspettato.

Anche il primo impatto con la palestra non è stato dei migliori: mi sembrava tutto così vecchio, solitario, trasandato; non vedevo l'ora che questi mesi passassero alla svelta per tornarmene a casa.

Poi siete arrivati voi con le vostre voci, i vostri racconti, le vostre necessità e lì è cambiato tutto. Ho iniziato ad ascoltarvi, osservarvi, capirvi e con il tempo entrare in confidenza. E allora quel posto così freddo è diventato a mano a mano accogliente ed oggi lo sento come una seconda casa e dentro queste mura lascio un pezzo del mio cuore.

Mi avete dato tantissimo e in questa fase della mia vita il vostro affetto mi è stato di grande conforto. Salutandomi, chiamandomi,invitandomi a giocare con voi mi avete fatto sentire accolto e benvoluto: a volte quasi una persona importante!!

Ho sicuramente dei rimpianti; solo adesso, riflettendoci, mi rendo conto di non avere mai avvicinato nessuno di voi per chiedere come andassero le cose a scuola,quali fossero le difficoltà ecc .. probabilmente il fatto che,a differenza dei miei colleghi, a cui è stata assegnata una sola classe o un solo piano per tutta la giornata, io sia venuto sì a contatto con tutti voi, ma solo per poche ore a settimana, non mi ha aiutato a costruire questo tipo di rapporto. A volte avrei voluto essere più affettuoso, ma altre anche più severo e meno morbido. Delle volte vi siete approfittati della mia bontà o meglio della mia debolezza ma ve l’ho concesso perché sapevo che mi volevate bene; non fosse stato così avrei comunque trovato il modo per non farvelo fare.

Ci sarebbe tanto di cui parlare: dovrei per esempio spiegarvi perché in inverno si moriva di freddo; anche voi però dovreste spiegare a me come mai dopo un anno vi ostinate a mettere i tappetini uno sopra l'altro anziché lasciarli sul perimetro. Ma non voglio dilungarmi troppo.

Non so se le nostre strade si incroceranno ancora. Oggi mi sento triste nel sapere quello che lascio. Ma so che presto riemergeranno dentro di me i ricordi delle cose belle fatte e vissute in mezzo a voi. Me li gusterò a tempo debito.

Voglio chiudere con leggerezza citando quella che, fra le tante che ho sentito, è la battuta che più mi faceva divertire e nella mia mente rimarrà il simbolo di questa esperienza indelebile con voi; la capiranno solo i diretti interessati e per questo mi scuso con tutti gli altri:

" Lea, il telefono !!!!! "


Buone vacanze e in bocca al lupo per tutto

Vostro Mr. Bidello anno 2021/2022

Mario Mastronardi


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